Marano: l’11 febbraio per i cittadini maranesi non è un giorno come tutti gli altri. Si festeggia infatti San Castrese, il Santo Patrono della città.
Ma chi era San Castrese? E come mai è diventato Santo Patrono di Marano?
Secondo il sito Storie di Napoli si tratta di un martire cristiano proveniente dal Nordafrica che probabilmente portò il culto di Cristo nella zona nord della Campania.
San Castrese collega Marano a Castel Volturno arrivando fino in Sicilia e in Africa. In ognuno di questi posti è presente un pezzo del corpo del santo.
La storia comincia dalle parti di Sessa Aurunca nel V secolo, dove ancora oggi c’è una frazione chiamata proprio “San Castrese”, dove si presume sia anche morto il vescovo.
Castrese era un religioso nordafricano che attraversò il mediterraneo e giunse dalle parti dell’antica Suessa (pare sia sbarcato sulle rive dell’attuale Baia Domizia) per sfuggire alle persecuzioni di Generico, re dei Vandali.
In Italia, che all’epoca era divisa fra i bizantini di Belisario e i Goti, Castrese cominciò la sua opera di evangelizzazione in tutta l’area nord della Campania, ma fu specialmente amato a Volturnum, dove aveva un seguito di fedeli molto appassionato. E ancora oggi Castel Volturno è uno dei luoghi in cui il culto del santo è più sentito, con una continuità di circa 1500 anni.
San Castrese è diventato il patrono della città di Marano perché probabilmente fondò proprio da queste parti la prima comunità cristiana.
Quel che è certo è che, dopo la morte di Castrese, i fedeli chiesero a Sessa Aurunca “un pezzo” del santo tanto amato: ottennero un braccio, che è stato incastonato nella statua ancora oggi esistente.
Ma la chiesa a lui dedicata fu costruita solo nel 1600. Ed oggi è fra le più belle della provincia napoletana. Ha anche un tocco milanese: la famiglia Visconti donò infatti una fonte battesimale di epoca romana alla chiesa appena nata.
Per giunta, durante alcuni lavori di restauro recenti, è spuntata una antichissima testa di legno del Santo, che probabilmente ha più di cinque secoli.
Ci sono numerose altre chiese dedicate a San Castrese proprio nell’area nord della Campania: ad esempio anche Quarto è un altro luogo in cui il culto del santo è particolarmente sentito.
Per trovare di nuovo San Castrese dobbiamo attraversare l’intero antichissimo Regno di Sicilia: il santo patrono Monreale, in provincia di Palermo, è infatti proprio il protagonista della nostra storia.
In realtà il vescovo non visitò mai la Sicilia durante la sua opera. Fu il palermitano Guglielmo Il “il Buono”, re dei Normanni, a portare in Sicilia il culto del santo grazie all’intervento dell’Arcivescovo di Capua. Per il matrimonio con Giovanna, la sorella di Riccardo “Cuor di Leone”, il famoso re inglese, il prelato volle augurare un buon matrimonio regalando lo scheletro di Castrese. Senza la testa, che lasciò nella sua chiesa di Capua.
Re Guglielmo apprezzò molto e decise di seppellire il santo nel Duomo di Monreale, che stava costruendo proprio in quegli anni (e che diventò la tomba dello stesso re normanno!).
Così, da quel giorno, Castrese diventò patrono.